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L’Italia ha fatto una scelta antinuclearista, sull’onda emotiva di Chernobyl ed il martellamento dei mezzi di informazione, molto spesso fatto al solo scopo di riempire pagine per catturare l’attenzione dei lettori.
Questa scelta l’ha messa fuori di ogni possibile competizione, con l’aggravante che ci ritroviamo reattori che non producono energia, ma che non sono totalmente spenti.
Questo significa che sono ancora attivi e che comunque li dobbiamo tenere in vita. I fondi per la ricerca sono sempre stati scarsi ed i ricercatori sono sparsi ai quattro venti.
Chi lavora su un tipo di reattore, chi su un altro, senza motivazione, senza sincronizzazione , senza una direzione unitaria centrale.
In questo modo non si va da nessuna parte, anche perché la chiarezza è una cosa inesistente, anche da parte di chi ha una certa fama. Nel puro stile italiano si fa la solita confusione da suk arabo.
Aziende che in Italia non fanno nucleare perché la legge lo vieta, poi lo fanno all’estero ed investono all’estero, creando posti di lavoro specializzati ad alta remunerazione, magari reimportando ciò che in Italia si chiamerebbe energia nucleare (che orrore!) e passate le Alpi si chiama semplicemente energia. Creiamo posti di lavoro all’Estero, ma non in Italia dove ne avremmo davvero bisogno.
Importiamo energia da Francia, Svizzera e Slovacchia, senza porci nessuna domanda.
Ma noi non siamo contro il nucleare? Dov’è la coerenza?
Abbiamo qualcosa di perverso nel nostro DNA, per cui chiunque abbia delle buone idee di solito emigra all’estero e lì fa la propria e l’altrui fortuna.
Di esempi ne potremmo fare a decine. E’ davvero difficile spiegare razionalmente questo aspetto masochistico.
Nel Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia di Catania si progetta un potente Ciclotrone (Acceleratore di particelle) utilizzabile in Reattori del tipo Rubbiatron, ma mi chiedo se sarà mai effettivamente realizzato visto che in Italia non esiste alcun Reattore Subcritico da alimentare, a meno che non sia destinato all’estero.  
Per il 2017 sarà pronto a Roma, Università Tor Vergata, un acceleratore ad alta energia chiamato SuperB, fratello minore del gigantesco LHC del CERN di Ginevra, che servirà alla ricerca nella Fisica di frontiera.
Le competenze le abbiamo e sono significative, come detto sparse un po’ dappertutto, ma mancano la volontà e la determinazione politica, oltre che la capacità di guardare oltre l’orizzonte.


 
 
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