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Torio/Giappone

Prospettive
 

Giappone - Progetto FUJI

Il 20 Luglio 2010 la IThEMS (International Thorium Energy & Molten Salt Technology Inc.), una organizzazione industriale giapponese, costituita da membri come Toyota, Toshiba, Hitachi, rivela i piani per lo sviluppo del primo reattore commerciale basato sui Sali Fusi di Torio.
Il progetto Fuji è opera del Prof. Kazuo Furukawa, deceduto nel Dicembre 2012.
Attualmente il progetto è portato avanti da Ritsuo Yoshioka e Takashi Kamei.


           
 Furukawa                             Kamei                     Yoshioka


Viene riferito che la società Chubu Electric Power, già proprietaria di tre impianti nucleari operativi in Giappone, stia considerando di convertire gli impianti attuali in impianti TMSR.
Strategia di Sviluppo:
• Installazione/Messa in opera del mini Fuji (7-10MWe): 6 anni (2016), in collaborazione con la Repubblica Ceca. L’impianto sarà dislocato in Russia che ha provveduto alla copertura finanziaria del progetto.
• Installazione/Messa in opera del Fuji (100-300MWe): 12 anni (2021) che ha un brevetto giapponese (No 3326759) ed un brevetto russo (No 2137222).    

  


Prima dell’incidente di Fukushima il Giappone aveva una capacità di produzione nucleare pari a 47.348 MW (53 reattori) e copriva il 28,9% dei suoi fabbisogni di energia.
Il Giappone ha una popolazione di 127 milioni di abitanti sparsi sull’arcipelago densamente popolato, soggetto a frequenti terremoti e tsunami. Come Fukushima ha dimostrato, gli impianti nucleari basati su carburante solido ed acqua pressurizzata, come la maggior parte degli impianti oggi esistenti al mondo, non danno nessuna affidabilità in caso di eventi straordinari naturali o mancanza di energia necessaria per il raffreddamento del reattore. Le procedure di spegnimento non sono immediate e richiedono tempi consistenti.
La reazione della popolazione giapponese alla contaminazione di vaste aree intorno agli impianti nucleari è stata comprensibilmente negativa. Le ovvie difficoltà di stabilizzare gli impianti di Fukushima hanno provocato un atteggiamento anti-nuclearista.
Oggi una percentuale fra 41 e il 54% ritiene di dover ridurre gli impianti nucleari tradizionali.


 
 
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