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Una storia di cavernicoli
Un uomo preistorico torna nella sua caverna con un pezzo di legno che brucia, un tizzone.
Un altro uomo della comunità chiede: Cosa è ?
L’uomo del fuoco: L’ho chiamato fuoco.
L’altro: Cosa fa? A che serve?
L’uomo del fuoco: Fa molte buone cose.
Serve a scaldarci quando abbiamo freddo, a far si che il cibo, cuocendolo, diventi più digeribile, a tenere lontani gli animali feroci che girano qui intorno nella notte, a far luce quando è buio.
L’altro: e la puzza e lo sporco che fa?
L’uomo del fuoco: Beh, prima cosa teniamo la caverna ben ventilata e pulita, così dovrebbe essere tutto a posto. Ma fa attenzione a starne a debita distanza ed a non mettere le dita nel fuoco perché te le potresti bruciare.
Il fuoco è certo una buona cosa per noi.
L’altro: Ahh, non mi piace proprio per niente. Questa notte andrò a dormire fuori nella savana. Non starò di certo nella caverna insieme a questo coso che hai chiamato fuoco. Non lo conosco, non mi fido e mi fa paura.
Quella notte la tigre con i denti a sciabola fece un boccone dell’uomo che aveva scelto di dormire nella savana, lontano dal fuoco. L’uomo del fuoco si accoppiò ed ebbe numerosi figli.
I suoi figli continuarono ad usare il fuoco e così fecero i figli dei figli, fino ai nostri giorni.
Tutto questo è accaduto non molto tempo fa.
La razza umana è cresciuta con il fuoco, anzi è cresciuta grazie al fuoco.
Chi l’ha rifiutato ha dovuto necessariamente soccombere.
Le società che usano l’energia sopravvivono, quelle che la rifiutano scompaiono.
A quale società vogliamo appartenere? Dobbiamo solo scegliere fra:
• Dormire nella caverna con il fuoco ed avere un futuro, oppure
• Dormire fuori, nella savana, a rischio di finire preda della tigre.
Tratto da “The Good Reactor” di Kirk Sorensen