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Il Rubbiatron

Prospettive
 

Il Rubbiatron, una storia tutta italiana

E’ un progetto di Rubbia per la costruzione di un reattore nucleare ad amplificatore di energia, il quale utilizza una fonte esterna di protoni (Accelerator-Driven System - ADS), che alimenta la reazione nucleare nel nucleo stesso.
E’ un reattore subcritico, incapace cioè di sostenere autonomamente una reazione a catena e, di conseguenza, dare origine ad una reazione nucleare incontrollata, quindi estremamente sicuro.
La reazione ha inizio con l’irraggiamento di un fascio di particelle proveniente da un ciclotrone con energia minima di 800/1000 MeV (Mega-elettron-Volt, cioè 1 miliardo di elettron volt) da puntare sul reattore nucleare subcritico che ha le barre di torio solido come materiale fissile e piombo liquido come refrigerante.
La condizione perché questo tipo di reattore venga realizzato è che abbia nelle immediate vicinanze un ciclotrone, che come si sa occupa un notevole spazio.
Ma il Rubbiatron non ha trovato le condizioni politiche ed economiche favorevoli in Italia e Rubbia, dopo i dissensi con i vertici dell’ENEA, di cui era Presidente, e le critiche verso Governo Berlusconi, ha dovuto cedere nel 2005 il passo ad un presunto “ingegnere”, in realtà solo un ex elettricista, tale Claudio Regis, Senatore del Carroccio, nominato vice-commissario dell’ente da Berlusconi con decreto del 15/07/2005.

Regis, detto “el valvola” per via della sua capacità di elettrotecnico riparatore di televisori (sembra uno scherzo, ma non lo è), non appena raggiunto l’obbiettivo agognato, molto trionfalmente dichiarò:
«Nessuno mette in discussione le competenze di Rubbia sulle particelle, ma quando parla di ingegneria è un sonoro incompetente ».

Inutile ogni commento: quando gli asini si sentono dei puledri di razza c’è poco da fare, se non compatire l’arroganza e la mostruosa incompetenza.
O prendere un frustino  e menarne di santa ragione, gli individui, non i poveri asini.
Sembra una storia incredibile, eppure non è altro che l’espressione di ordinaria follia in un Paese come l’Italia che ora non può più contare su questo progetto, avendo la società norvegese Aker Solutions acquisito i pieni diritti del brevetto.



 
 
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